Con questo senso entriamo in “con-tatto” con il mondo e con le persone. È il primo senso a formarsi durante la nascita e l’ultimo a lasciarci nel momento della morte. Si tratta del senso deputato anche alla relazione più intima tra l’uomo e la donna nel momento della procreazione. Consente di lasciare un segno tangibile nei rapporti umani, infatti ci si stringe la mano per salutarsi come gesto di cordialità ed amicizia. Ha una duplice caratteristica, è personale in quanto la pelle ricopre interamente il corpo fisico, ma destinato alla reciprocità delle relazioni umane e nell’esperienza con l’ambiente circostante. È veramente singolare la sua attività. Ad esempio, possiamo guardare, ma non essere osservati, possiamo parlare, ma non essere ascoltati, possiamo ascoltare, ma senza dover rispondere, ma quando tocchiamo, siamo toccati. È il nostro strumento per simboleggiare l’unità sociale. Non a caso usiamo dire di “riconoscerci a pelle”. Anche quando non abbiamo un contatto fisico visibile, sembra palesarsi una contiguità invisibile. Così come la pelle ricopre il corpo biologico, il corpo spirituale avvolge l’epidermide. È proprio attraverso il corpo spirituale che proviamo delle particolari sensazioni personali ed uniche, ma anche condivisibili. Mentre il corpo fisico ci rende tangibilmente divisi, il nostro corpo spirituale ci unisce e rende partecipi di quell’interrelazione indispensabile al compimento dell’unità nell’amore. Pensiamoci, quando proviamo una forte emozione, potrebbe capitare di sperimentare insieme l’effetto della “pelle d’oca”.  L’oca non abbandona mai un suo simile ferito. Per questo motivo il nostro corpo spirituale, attraverso il fenomeno della pelle d’oca, ricorda a noi la bellezza del vivere uniti nel bene. Come l’oca che non abbandona mai il suo simile, noi nella nostra vera essenza spirituale non abbandoniamo mai chi ha bisogno di noi. In questo modo sperimentiamo la piena e totale libertà. Nessuna persona, ricca o povera può raggiungere la totale libertà fino a quando l’amore non avrà pienamente invaso la nostra vita, sia a livello soggettivo che sociale. Con le mani costruiamo le case in cui abitiamo e le edifichiamo insieme, collaborando tra di noi, ognuno con le proprie abilità. È un semplice esempio di come possiamo “toccare con mano”, la reale e non utopica esperienza del vivere insieme e del cooperare verso una meta per il bene comune. Così come utilizziamo non solo le mani, ma tutto il corpo per costruire le nostre dimore, è fondamentale mettere in campo tutte le nostre potenzialità per edificare la società dell’amore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *