Lo strumento per eccellenza in grado di mettere in luce il carattere di ricerca della filosofia è il dialogo secondo Platone. Questa scuola di pensiero vuole sottolineare la presunta superiorità della tradizione orale rispetto alla forma scritta. La parola scritta è più precisa e meditata rispetto all’oralità, ma mentre questa permette un immediato scambio di opinioni sul tema in discussione quella scritta interrogata non risponde. Ma nonostante questo, troviamo nero su bianco i famosi “dialoghi” di Platone. Questo fatto di particolare rilevanza, mette in evidenza la complementarità della tradizione orale e la forma scritta. Ma cos’è la tradizione orale? Si tratta del sistema di trasmissione, replicazione e rielaborazione del patrimonio culturale in un gruppo umano esercitato attraverso l’oralità, senza l’utilizzo della scrittura. Da quando l’uomo cominciò a comunicare attraverso il linguaggio, in tutte le culture l’oralità è stata sempre il sistema privilegiato di trasmissione del sapere, essendo il sistema di comunicazione naturale diffuso, rapido ed immediato da usare. La forma di trasmissione della conoscenza avviene attraverso riti, favole, leggende, miti, cosmogonie, frasi, canti e tanto altro. In Grecia, le opere di Omero, in particolare l’Iliade e l’Odissea, furono per secoli, recitati e non letti. Nell’Antica Roma, Cicerone utilizzò il metodo della trasmissione orale. Altre figure storiche di grande rilievo nella tradizione orale sono i cantastorie. Erano intrattenitori ambulanti e viaggiatori. In questo loro girare vivevano delle offerte degli spettatori e talvolta dai ricavati della vendita di foglietti recanti la storia raccontata. Si posizionavano nelle piazze dei paesi cantando e raccontando le loro storie, vere o immaginarie, trovate in giro nei loro viaggi o adattate per l’occorrenza. Palermo è stata la culla di un’altra figura tradizionale oggi completamente scomparsa, il Cantastorie Orbu, nata intorno alla metà del Cinquecento, anno in cui la Chiesa e precisamente i Gesuiti si interessarono a loro notando che la loro comunicativa molto vicina alla gente poteva servire come mezzo per diffondere storie sacre e liturgie e avvicinare così il popolo a Dio. In tal senso, personalmente ho scritto il libro: “Lettera all’umanità” con lo stesso ideale, quello di promuovere la ricerca di Dio da parte di uomini e donne. Qui link del libro per le persone interessate al tema: https://amzn.eu/d/8uyXCrT